In attesa delle motivazioni con le quali la Corte Costituzionale ha
dichiarato incostituzionale la obbligatorietà della mediazione, è inopportuno
reintrodurre la medesima soluzione normativa. Nello stesso senso, d’altronde,
si è espresso il Guardasigilli Severino all’indomani della notizia della
sentenza sollevando seri dubbi sull’eventualità di una reintroduzione, con
diverso strumento normativo, di un meccanismo appena dichiarato non conforme a
Costituzione.
Il presidente del Cnf Guido Alpa ha inoltrato una lettera al presidente della
Commissione Industria del Senato, Cesare Cursi, per esprimere preoccupazione su
due emendamenti alla legge di conversione del decreto legge crescita 2.0 (AS
3533, di conversione del d.l. n. 179/2012),
all’esame della Commissione. Si tratta di emendamenti di identico tenore, volti
a reintrodurre l’istituto dell’obbligatorietà della mediazione finalizzata alla
conciliazione della lite con previsioni del tutto analoghe. Circostanza che fa
propendere per la inopportunità di tali modifiche nella more della motivazione
della Consulta.
Il presidente Alpa ha rappresentato al Parlamento come il sistema
dell’obbligatorietà disciplinato dal d.lgs. n. 28/2010
presenta ulteriori profili di criticità di natura tecnico-giuridica in relazione
al rapporto tra procedimento mediazione e processo civile, che però mettono a
rischio anche l’effettivo conseguimento dei giusti diritti dei cittadini.
“Si tratta, in buona sostanza, di una disciplina mal congegnata e poco
funzionale allo scopo di deflazione del contenzioso civile che si
prefiggeva”.
Nella lettera il presidente Alpa assicura che “l’Avvocatura è profondamente
sensibile al tema del buon funzionamento e della ragionevole durata del processo
civile - né potrebbe essere diversamente visto il rango costituzionale del
ministero della difesa - e che, al fine di contribuire al miglioramento del
sistema giustizia, sono allo studio ipotesi di impegno della categoria nella
diffusione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie e
segnatamente nella predisposizione di Camere arbitrali presso ciascun Ordine
circondariale”.
(CNF, comunicato stampa 17 novembre 2012)
In attesa delle motivazioni con le quali la Corte Costituzionale ha
dichiarato incostituzionale la obbligatorietà della mediazione, è inopportuno
reintrodurre la medesima soluzione normativa. Nello stesso senso, d’altronde,
si è espresso il Guardasigilli Severino all’indomani della notizia della
sentenza sollevando seri dubbi sull’eventualità di una reintroduzione, con
diverso strumento normativo, di un meccanismo appena dichiarato non conforme a
Costituzione.
Il presidente del Cnf Guido Alpa ha inoltrato una lettera al presidente della
Commissione Industria del Senato, Cesare Cursi, per esprimere preoccupazione su
due emendamenti alla legge di conversione del decreto legge crescita 2.0 (AS
3533, di conversione del d.l. n. 179/2012),
all’esame della Commissione. Si tratta di emendamenti di identico tenore, volti
a reintrodurre l’istituto dell’obbligatorietà della mediazione finalizzata alla
conciliazione della lite con previsioni del tutto analoghe. Circostanza che fa
propendere per la inopportunità di tali modifiche nella more della motivazione
della Consulta.
Il presidente Alpa ha rappresentato al Parlamento come il sistema
dell’obbligatorietà disciplinato dal d.lgs. n. 28/2010
presenta ulteriori profili di criticità di natura tecnico-giuridica in relazione
al rapporto tra procedimento mediazione e processo civile, che però mettono a
rischio anche l’effettivo conseguimento dei giusti diritti dei cittadini.
“Si tratta, in buona sostanza, di una disciplina mal congegnata e poco
funzionale allo scopo di deflazione del contenzioso civile che si
prefiggeva”.
Nella lettera il presidente Alpa assicura che “l’Avvocatura è profondamente
sensibile al tema del buon funzionamento e della ragionevole durata del processo
civile - né potrebbe essere diversamente visto il rango costituzionale del
ministero della difesa - e che, al fine di contribuire al miglioramento del
sistema giustizia, sono allo studio ipotesi di impegno della categoria nella
diffusione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie e
segnatamente nella predisposizione di Camere arbitrali presso ciascun Ordine
circondariale”.
(CNF, comunicato stampa 17 novembre 2012)
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