La riforma della giustizia che prevede, tra l'altro, la chiusura di centinaia di uffici giudiziari ''è allucinante'' e contiene ''una serie di violazioni legislative che ne sanciscono l'incostituzionalità". Per questo l'Oua, l'Organismo unitario dell'avvocatura, si dice pronta a ricorrere alla Corte Costituzionale. Lo annuncia il presidente dello stesso organismo, Maurizio De Tilla, nella sua audizione davanti la commissione Giustizia della Camera.
La revisione della geografia delle circoscrizioni giudiziarie, che prevede la chiusura di ''circa 1.000 uffici giudiziari, è viziata da evidenti profili di incostituzionalità'', dice De Tilla. Innanzitutto, spiega, ''manca il presupposto dell'impatto giuridico della legge sia l'impatto sul concreto. Non è stato fatto alcuno studio preventivo, non c'è stato alcun concerto con le organizzazioni interessate''.
Nell'ambito poi della definizione dei nuovi uffici, aggiunge, ''sono stati commessi errori sulla cartina geografica''. De Tilla chiarisce di ''non voler dire no ad un riequilibrio territoriale degli uffici ma no a chiusure allucinanti''. Per il presidente dell'OUA ''ci sono almeno dieci motivi di incostituzionalità. Fra questi due i più rilevanti riguardano l'illegittimità di una legge delega in una legge di conversione e l'illegittimità di una legge di conversione che tratti materia estranea al decreto''.
L'avvocato rileva che ''se un magistrato facesse una sentenza così come è stato fatto questo provvedimento l'effetto cassatorio sarebbe immediato''. Insomma, sono ancora parole di De Tilla, ''non può andare avanti un provvedimento di questo tipo: o va ritirato, o va prorogato o annullato''.
La revisione della geografia delle circoscrizioni giudiziarie, che prevede la chiusura di ''circa 1.000 uffici giudiziari, è viziata da evidenti profili di incostituzionalità'', dice De Tilla. Innanzitutto, spiega, ''manca il presupposto dell'impatto giuridico della legge sia l'impatto sul concreto. Non è stato fatto alcuno studio preventivo, non c'è stato alcun concerto con le organizzazioni interessate''.
Nell'ambito poi della definizione dei nuovi uffici, aggiunge, ''sono stati commessi errori sulla cartina geografica''. De Tilla chiarisce di ''non voler dire no ad un riequilibrio territoriale degli uffici ma no a chiusure allucinanti''. Per il presidente dell'OUA ''ci sono almeno dieci motivi di incostituzionalità. Fra questi due i più rilevanti riguardano l'illegittimità di una legge delega in una legge di conversione e l'illegittimità di una legge di conversione che tratti materia estranea al decreto''.
L'avvocato rileva che ''se un magistrato facesse una sentenza così come è stato fatto questo provvedimento l'effetto cassatorio sarebbe immediato''. Insomma, sono ancora parole di De Tilla, ''non può andare avanti un provvedimento di questo tipo: o va ritirato, o va prorogato o annullato''.
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