martedì 31 luglio 2012
Cassazione: non scatta il reato di vendita di alimentari in cattivo stato di conservazione per i prodotti scaduti
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza
del 25 luglio 2012 numero 30425
Per eccepire il reato di cattiva conservazione dei prodotti alimentari serve l’analisi organolettica del prodotto, mentre non è sufficiente il semplice superamento della data di scadenza. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza del 25 luglio 2012 numero 30425, accogliendo il ricorso del titolare di un alimentari condannato dal Tribunale di Torre Annunziata per aver posto in vendita generi alimentari “in cattivo stato di conservazione in quanto scaduti da più giorni”. Per la Suprema Corte però la deduzione del giudice avvenuta senza alcun riscontro materiale, ma soltanto sulla base della data di scadenza - “sebbene i prodotti fossero ancora contenuti e sigillati nella loro confezione originale e sebbene gli stessi non presentassero elementi oggettivi o soggettivi da cui desumere il cattivo stato di conservazione” - non era sufficiente ad integrare il reato comminato ma soltanto un illecito amministrativo (Cass. 30858/2008). Infatti, il cattivo stato di conservazione riguarda il caso in cui le merci sono prodotte o messe in vendita senza il rispetto delle norme e dei regolamenti a garanzia dello loro buona conservazione sotto il profilo igienico sanitario. In questa prospettiva il superamento della data di scadenza non ha nulla a che vedere con le modalità di conservazione del prodotto.
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